Tra le innovazioni più dirompenti introdotte da Bitcoin c’è la Blockchain. Un registro pubblico, immutabile e trasparente che registra transazioni finanziarie senza bisogno di un intermediario. Come se tutti avessimo lo stesso libro contabile su cui registrare i nostri averi e, nel caso, spostarli ad altri utilizzatori della stessa Blockchain.

In seguito all’invenzione del Bitcoin, dal 2011 in poi si assiste alla nascita di progetti o monete alternative (Altcoin) che vogliono utilizzare la blockchain in contesti diversi dal denaro. Per esempio, Namecoin, riconosciuta come la prima Altcoin, nata da un fork di Bitcoin, aveva l’obiettivo di creare un sistema di domini internet basati su blockchain. Come Namecoin, anno dopo anno, nuovi progetti, nuove altcoin sono nate per sperimentare la tecnologia delle criptovalute negli ambiti più disparati.

Ethereum la genesi

Oggi Ethereum è l’Altcoin più conosciuta, la seconda criptovaluta per capitalizzazione e per numero di utilizzatori.
La piattaforma è promossa dal fondatore Vitalik Buterin, che parla per la prima volta di Ethereum sul “Bitcoin Magazine”, insieme a lui, Joseph Lubin e Gavin Wood che poi si sono dissociati dal progetto.
La Blockchain di Ethereum è stata lanciata nel 2015 con l’obiettivo di permettere la creazione di giochi online non censurabili. Come Namecoin, Ethereum si propone l’obiettivo di utilizzare una blockchain per fare cose che Bitcoin non fa. Per esempio su Ethereum è possibile inserire programmi complessi che bloccano o sbloccano trasferimenti di ETH, ci sono gli smart contract, è possibile creare la propria moneta o token con pochi click e promuoverla sulla blockchain.
Ethereum permette di fare tante cose innovative con il mondo della finanza e della proprietà digitale. Tutte queste nuove funzioni hanno l’ambizione di essere gestite in modalità permissionless, cioè non richiedono il permesso di una terza parte per essere utilizzate. Ethereum ambisce agli stessi benefici di una blockchain pubblica, decentralizzata e anti-censura come quella di Bitcoin.

Ethereum, come Bitcoin, sfrutta un algoritmo di consenso basato sulla proof of work per generare nuovi blocchi di transazioni, anche se attualmente sta cercando di portare a termine una transizione verso un modello di consenso proof of stake, in cui per generare il prossimo blocco bisogna mettere in stake (bloccare) un certo quantitativo di ETH.

Trilemma delle blockchain

In questi ultimi anni di sperimentazioni e nuovi progetti si è potuto verificare che è molto complesso ottenere sicurezza e decentralizzazione e contemporaneamente garantire una forte scalabilità, per scalabilità si intende la capacità del network di processare maggiori transazioni in un minuto. Infatti una delle grandi accuse a Bitcoin è di non essere in grado di sostenere la richiesta mondiale di transazioni e questa “debolezza” la potrebbe rendere obsoleta un giorno. In gergo, ci si riferisce alla relazione tra decentralizzazione sicurezza e scalabilità come al trilemma delle blockchain.

Bitcoin ancora oggi è in grado di processare un massimo di 7 transazioni al secondo mentre Ethereum gestisce 15 transazioni per secondo. Più di Bitcoin ma molto lontano dagli standard garantiti da Visa e Mastercard che ne gestiscono 1700 al secondo. Visa e Mastercard sono centralizzate (quindi decentralizzazione bassissima) e per questo la scalabilità è facilmente ottenibile con decisioni aziendali e miglioramenti delle tecnologie.

In un sistema basato su Blockchain è necessario trovare il consenso sui nuovi saldi ad ogni blocco prima di procedere, questo impedisce di adottare facili soluzioni per scalare velocemente. Quindi c’è un trade-off tra sicurezza, decentralizzazione (incensurabilità) e scala di processazione.

Per ottenere una scalabilità più rapida, Ethereum si sta spostando da un sistema proof of work ad un modello di validazione blocchi basato su proof of stake.
Con questo nuovo metodo, anziché attendere il consenso unanime dopo la verifica del lavoro di un minatore, il consenso si ottiene tramite validatori intermediari che si coordinano più facilmente e sono in grado di elaborare molte più transazioni.

Ethereum ritiene che la proof of work appesantisca troppo il processo di validazione, così sceglie di ridurre la decentralizzazione per permettere una scalabilità più veloce.

Il Trilemma della blockchain è un gioco a somma zero

Una delle minacce imminenti che secondo alcuni incombe su bitcoin è quella di diventare obsoleta se non riesce a risolvere il trilemma delle blockchain. 

I progetti nati dopo bitcoin costantemente peccano nelle prime due dimensioni fondamentali per una blockchain di valore: non sono decentralizzate e i livelli di sicurezza sono bassi.

In base agli obiettivi per cui si crea una nuova blockchain, i tre termini del trilemma non hanno lo stesso peso specifico, si potrebbe notare infatti che il valore di bitcoin sta nel fornire decentralizzazione e sicurezza, mentre la scalabilità non è un obiettivo primario di Bitcoin. In effetti, Bitcoin come network monetario non se ne fa nulla di una blockchain in grado di processare milioni di transazioni se la sicurezza e la decentralizzazione non sono garantiti. Mentre Ethereum che, verosimilmente, è utilizzato più come una benzina che attiva delle funzioni, sente l’esigenza di scalare velocemente anche a discapito di decentralizzazione e sicurezza.

Se consideriamo Bitcoin soggetto al trilemma, possiamo dire che il suo network sceglie di  concentrarsi su decentralizzazione e sicurezza, mentre si affida a soluzioni fuori della blockchain per aumentare scalabilità e numero di transazioni processate. Vanno in questa direzione progetti come il lightning network.

Semmai dovesse esserci un trilemma, questo ad oggi sembra un gioco a somma zero, dove non è possibile performare bene in tutte e tre le dimensioni contemporaneamente senza sacrificarne almeno una. La blockchain di Bitcoin non è veloce, performante, capiente, ma è sicura. Ethereum sta andando verso una minore decentralizzazione per aumentare l’usabilità del suo network; Ripple è centralizzata ed è in grado di processare centinaia di migliaia di transazioni al secondo, ma entrambe non possono vantare la sicurezza di Bitcoin.

Il trilemma si riduce in un sistema chiuso, nel quale per ottenere dei  miglioramenti in una dimensione bisogna necessariamente sacrificare parte delle altre dimensioni.